sabato 5 giugno 2010

The bitter end

Un altra scalata fin sopra la bella cittadina -pulita, curata: bravi- e un po' di girovagare e shopping di legno di ulivo e visita pure alla basilica. In attesa del treno nel paese vicino, visita anche alla Porziuncola: ole', indulgenza plenaria, sammai.
Ho appunto l'evidenza per la prima volta, di non subire più il fascino ne' avere più alcun timore reverenziale di questi tipi di luoghi, mentre fino a non tanto tempo fa ne rimanevo intimamente soggiogato, bloccato nei gesti, sospeso nei giudizi. Questi anni hanno fatto anche questo.

Il ritorno e' una lunga noia ferroviaria, al punto che quasi arrivi a rimpiangere quando alla stessa ora ieri sotto il sole mescolavi sangue con il sudore, se te ne rimane (cit.). Quasi.


Abbiamo usato una settimana della nostra vita in questo modo, il mondo ci ha messo i suoi pezzi e noi ci abbiamo messo del nostro meglio, come sempre. Il risultato non poteva che essere buono.
In più, nella testa gli ingredienti sono stati macinati, mescolati, sballottati per ore e giorni in cui non c'era altro da fare che pensare e camminare: qualche goccia si e' distillata, qualcosa si e' posato sul fondo, per altre la fermentazione continuera' ancora.


Modena, stazione di Modena. Per Carpisuzzaramantova si cambia.

Finisce qui.
Finisce cosi'.