sabato 5 giugno 2010

The bitter end

Un altra scalata fin sopra la bella cittadina -pulita, curata: bravi- e un po' di girovagare e shopping di legno di ulivo e visita pure alla basilica. In attesa del treno nel paese vicino, visita anche alla Porziuncola: ole', indulgenza plenaria, sammai.
Ho appunto l'evidenza per la prima volta, di non subire più il fascino ne' avere più alcun timore reverenziale di questi tipi di luoghi, mentre fino a non tanto tempo fa ne rimanevo intimamente soggiogato, bloccato nei gesti, sospeso nei giudizi. Questi anni hanno fatto anche questo.

Il ritorno e' una lunga noia ferroviaria, al punto che quasi arrivi a rimpiangere quando alla stessa ora ieri sotto il sole mescolavi sangue con il sudore, se te ne rimane (cit.). Quasi.


Abbiamo usato una settimana della nostra vita in questo modo, il mondo ci ha messo i suoi pezzi e noi ci abbiamo messo del nostro meglio, come sempre. Il risultato non poteva che essere buono.
In più, nella testa gli ingredienti sono stati macinati, mescolati, sballottati per ore e giorni in cui non c'era altro da fare che pensare e camminare: qualche goccia si e' distillata, qualcosa si e' posato sul fondo, per altre la fermentazione continuera' ancora.


Modena, stazione di Modena. Per Carpisuzzaramantova si cambia.

Finisce qui.
Finisce cosi'.

Beh?

La reazione del corpo dopo 7 giorni di faticaccie di primo mattino "Bein? E allora? Oggi non si fa nienteniente? Proprio adesso che mi ero abituato".

Diamo un'occhiatina in giro per onorare la meta - poi in realta' il treno e' a 4 km.

Eccolo

E' approssimativo perchè le strade e i posti che abbiamo in realtà attraversato secondo me sono irraggiungibili anche dal satellite.


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Appena trovo un attimo (ah, ah) faccio un mini riepilogo che magari vieni trovato e consultato da altri interessati.

venerdì 4 giugno 2010

Satisfy my soul

Si', ok. Pero' niente zaini per un anno.
E forse anche le scarpe le brucio.

Mentre canta il buon Renga

E le Mercedes portano via le celebrita', io colleziono second glances, che e' sempre un bel fatto.

Ah

In questa sera di atmosfera francescana (in realta' c'e' uno struscio che neanche in Viale Ceccarini) un ultima laude a San Muscoril: senza di lui nulla di questo sarebbe stato possibile.

Ginlemon

Mi accendo il mio primo toscano Modigliani, preso a Camaldoli. Me lo merito.
Malika non si lascia avvicinare. Posso capirla, c'ha a mano il Cremo - ma un giorno la conquistero'.

Malika!

Albergo molto carino -mh, le scale anche per andare in bagno...- e di nuovo tutti sono cortesi.
Scopriamo ora che qui dietro Carlo Conti fa una roba con dei cantanti, probabilmente in nostro onore, troppo buono, non doveva scomodarsi tanto. Mangio agnello e corro a vedere la mia preferita, cercateci tra la folla.

La porta

Nota: per chi non l'avesse capito, le cadute di stile nei commenti alle foto sono dovute al fatto che fotografo ed autore dei suddetti sono io, ocdv, Enrico.
Ricambio i ringraziamenti all'amico qui di fianco, viaggio bellissimo nonostante il ginocchio. Non poteva essere altrimenti.

Si'-si'-As-si'-si'

Sotomayor! Arriviamo alla tanto sospirata cittadina -gli altri aggettivi non si possono qui riferire- da dietro. L'ultimo pezzo e' crudele e magnifico e Assisi e' da fuori la più bella del viaggio.

Oggi 13 ore e 50 km.

Un grazie particolare al compagno di viaggio che ha sopportato me che volevo tornare prima - e a me che ho sopportato lui che non e' voluto tornare.

Assisi

Nun ci se la fa

Fango, guadi da costruire, indicazioni contraddittorie tra fazioni in battaglia, ginocchio despota, superato tutto. Dopo 8 ore di cammino realzziamo che l'ultimo treno da Assisi e' pero' al di fuori delle ns gambe.
Decidiamo cmq di lasciare il paesello perche' piuttosto inquietante e giocarci ora la tappa di domani.
Valfabbrica, un posto in cui gli scemi del villaggio ti intimano di lasciare stare la Palestina e si scambiano gesti in codice mentre una tardona dalle finestre dell'unico ostello ti invita ad entrare.

Dentro i colpevoli

E fuori i nomi.

Dimenticavo che qui hanno avuto anche il terremoto. Roba che se ci abitava qualcuno si facevano anche del male. Ore e ore in cui si incontra solo una Panda ogni tanto.

Cosa chiedere di piu'

Di una cascatella gelida in cui rinfrescare gli stanchi piedi di pellegrino?

Se vuoi salvarti, fuggi

Il lupo di Gubbio

Temo un poco gli animali selvatici.
Spesso in questi giorni ho sentito dietro di me grugnir e digrignar di denti. (Si sente l'Alighieri vicino, nevvero?)
Poi mi ricordavo che era solo il mio compagno col suo ginocchio in discesa.

Una bella costanza, io sarei tornato a casa: ginocchiera, sdraio, libri e pop corn.

Arpulimo er fiume

Manifesto comunale.

In Umbria, appena fuori dai paesi hanno venduto solo delle Panda.

Di nuovo in mezzo al niente.
Don't stop me now.

Gubbio goodbye

Pure morning

Proviamo la levataccia 5:30, tappa lunga con alcune incognite - intanto siam partiti e qui ormai e' una superstrada del pellegrino, tabelle e segni ovunque.

giovedì 3 giugno 2010

Fegatini con alloro alla brace

Da ovazione.
E l'anice Varnelli che gira solo qui intorno e' una bomba.

Chiudo gli occhi ascoltando i miei piedi - e nella mente cose come "my hands are tied".

Sono sudato, sono sporco

Chissa' mai se arrivero' da te.

Del periodo non collegato cosa rimane? Fatica e paesaggi ampi e selvaggi come costante.
Citta' di Castello, un'albergatrice gentilissima e una buona bisteccona.

Una salita pazza verso Pietralunga, con acquazzone finale. Il paesello col gelato al gelso -che non sentivo da anni- e altro albergatore pellegrini-oriented con indispensabile asciugatoio e mille premure e regali. Antipastone misto e la bottiglia fredda del bianco locale quasi trasparente.

Di questi giorni ancor più che le cene, il gusto sono le colazioni con tanta scelta e il tempo e la fame di provare tutto.

Le cose informi che ho nello zaino hanno ormai tutte la medesima puzzina.

E' tipico mio cercare pretesti per mollare appena prima del traguardo di Assisi, in realta' l'illuminazione ricevuta e' che le Nimbus da corsa, ammortizzate, fresche e asciutte anche sotto l'acqua, forse non sono l'ideale per 8 giorni di trekking: tanto male ai piedi, espio ogni singolo appoggio. Cmq, come si dice, passi e immagini che non dimentichero'.

Evitando le buche più dure

Dopo 26 km mangiati in un lampo, facciamo gli ultimi due con Caetano, forse il primo brasiliano assoluto sul Cammino, pensionato da San Paolo che ha gia' fatto Santiago. Piove in portoghese si dice una roba tipo sciove, sorprendentemente vicina all'inglese shower e al napoletano chiove - lo impariamo perche' ci prendiamo un'ora di acqua e vento.
Quindi Gubbio, ci fermiamo -che tanto il ginocchio non consente e ancora piovicchia- conciliabolo sulle possibilita'. Lui non molla, se quel che ha e' quel che dico, domani sara' peggio.
Due passi, barbiere, si attende cena presto e levataccia per avere tutte le opzioni aperte.

A Gubbio

Con il primo pellegrino brasiliano ad aver alloggiato al Tinca

On the road of my regrets

Love rescue me
Come forth and speak to me
Raise me up
And don't let me fall

Ci scusiamo per l'interruzione: come da auguri di qualcuno, il blackberry e' impazzito e solo ora si e' ripreso, anche dal diluvio di ierisera, molto corroborante e pittoresco, bagnato in ogni dove, tastiera compresa.

Il MTBF del ginocchio del compagno e' ormai stabilito in 4 ore: anche oggi andavamo come treni, neanche il tempo di postare, contando di fare una buona tappa e ora siamo fermi sotto la pioggerella.

mercoledì 2 giugno 2010

La quiete

Prima della tempesta

Agua

Chiesetta semidiroccata con acqua potabile

martedì 1 giugno 2010

Armanimo che ce trovamo

Umbria ti lovvo.

Sfioriamo Passerina

Dopo aver disturbato anche due boh verdi belli grossi che amoreggiavano strisciando.

Sole a picco sull'asfalto.

Posa plastica

Davvero spiacenti

Interrompiamo una fellatio tra ginestre di due cinquantenni ignudi che si erano messi belli comodi. Questo succede in Umbria, in cui siamo da qualche ora.

Ma in fondo io sto bene qua

La locanda antica di ieri mi e' piaciuta molto, anche il buffet a colazione stamattina era grandioso.
Solo aveva come applique le abat-jour della mia camera matrimoniale e ho fatto sogni inquieti tutta notte.

All'eremo di Monte Casello

Accolgono i pellegrini con una serie di cartelli di divieto. E un rotweiler. Nero.

L'OCdV si da' nei piedi uno spray effetto domopack, stasera o son salvi o son da amputare.

Pero'

Ruscelletti e cascatelle, le salite ardite e le ridiscese, tutto molto bello.
L'idea di diventare devoti di un santo che ha pellegrinato tra Mirandola e Mantova c'e'.